IL MORBO DI CRHON
La Malattia di Crohn, come anche la Colite Ulcerosa, è una malattia intestinale ad andamento cronico o ricorrente, che si presenta con periodi di latenza alternati a fasi di riacutizzazione e coinvolge in maniera segmentale parte dell’intestino e la flogosi interessa tutto lo spessore della parete intestinale. I sintomi sono la diarrea e il dolore addominale, soprattutto localizzato nella parte inferiore destra dell’addome (corrispondente all’ultima ansa ileale, la sede più frequente di malattia) e può manifestarsi con periodi di latenza alternati a fasi di riaccensione dell’infiammazione. Quando l’infiammazione intestinale si riacutizza compaiono anche sintomi costituzionali quali febbre, dimagramento, profonda stanchezza, inappetenza.
Le MICI (malattie infiammatorie croniche intestinali) se non opportunamente trattate possono portare a malnutrizione per: malassorbimento riduzione della superficie assorbente/perdita di nutrienti attraverso il tratto intestinale danneggiato per la perdita di proteine, emorragie, dispersione di sali biliari, di vitamine, sali minerali ( Ca, Mg, Zn, Se ) maldigestione, aumento dei fabbisogni dovuti a infezioni, febbre, ascessi,terapia steroidea, etc riduzione dell’introito alimentare ( anoressia, dolore, nausea, vomito, diete restrittive, pregiudizi alimentari e alterazione del gusto ).
OBIETTIVO DEL TRATTAMENTO NUTRIZIONALE NELLA MALATTIA DI CRONH
La correzione di eventuali deficit nutrizionali nella MICI rappresenta parte integrante del trattamento svolgendo un’azione terapeutica primaria, diretta sul processo infiammatorio e quindi sul decorso della patologia di base. In pazienti affetti da MICI possono anche presentarsi deficit di zinco, selenio, rame e altri oligoelementi. Dopo una prima fase, corrispondente alle fasi acute della malattia, dove si predilige una alimentazione liquidi o prova di fibre, è necessario portare il paziente alla reindrozione graduale della fibra
CONSIGLI PER IL REINSERIMENTO GRADUALE DI ALIMENTI CONTENENTI FIBRA ALIMENTARE
- Verdure: inserire una alla volta in piccola quantità i diversi tipi di verdura e valutarne la tolleranza individuale,
- Attendere almeno 2 – 3 giorni prima di reinserire un nuovo tipo di verdura,
- Ogni verdura tollerata potrà entrare a far parte dell’alimentazione abituale,
- Inizialmente introdurre solo verdure passate oppure carote e zucchine lessate ( basso residuo ) successivamente introdurre le verdure cotte, Infine introdurre le verdure crude ponendo particolare attenzione alle verdure molto ricche di fibre indigeribili (carciofi, cavoli, broccoletti, rape, barbabietole porri), a quelle contenenti semi e ai legumi,
- Assumere verdure crude senza buccia (ad es. pomodori, peperoni ).
- Frutta: come per le verdure, anche per la frutta bisogna iniziare con quella passata, purea, centrifugati; Successivamente introdurre la frutta cotta, o banana, mela ben mature,
- Infine inserire la frutta cruda privata dalla buccia e dei semi
ALIMENTI FUNZIONALI
Alcuni alimenti possono essere di aiuto per ristabilire l’equilibrio intestinale:
SCFA ( Acidi grassi a catena corta ) derivati dalla fermentazione di carboidrati non digeribili metabolizzati da parte della flora batterica intestinale anaerobica per trasformarla in acidi grassi a catena corta quali acido acetico, propionico, butirrico, ( importante quest’ultimo per il ruolo trofico/antinfiammatorio per i colonciti) che intervengono in diversi processi energetici dell’organismo.
PROBIOTICI ( lattobacilli – salivarius, acidophilus e bifidobacterium bifidus ) importantI nella modulazione della risposta immunologia del colon. Ormai da anni, diversi studi sperimentali mettono in evidenza l’importanza del ruolo dei batteri e all’osservazione che l’assunzione di ceppi batterici costituenti la flora batterica commensale, non patogena, abbia azione terapeutica e di conseguenza suggerisce l’importanza di un equilibrio dell’eco sistema addominale.
ACIDI GRASSI POLINSATURI Ω3 con azione antinfiammatoria e competitiva con Ω6 (acido arachidonico), principale substrato per la genesi degli agenti di flogosi che vengono liberati in corso di processi infiammatori.
L’ALIMENTAZIONE NELLA FASE REMISSIVA
E’ importante sottolineare che nessun tipo di alimentazione si è dimostrata in grado, mediante serie osservazioni scientifiche, di modificare il corso della malattia infiammatoria. La persona che risulta intollerante ad un qualsiasi alimento lo è a prescindere dalla malattia e dovrà eliminarlo dalla propria dieta, come qualsiasi altra persona affetta da questo problema. E’ comunque importante accompagnare il paziente nell’autonomia nutrizionale previa valutazione e nella centralizzazione degli obiettivi del trattamento nutrizionale al fine di correggere eventuali deficit presenti. Il percorso nutrizionale si basa sui principi di corretta e sana alimentazione secondo le indicazioni della piramide alimentare