32016Ott
DIETA PER LA SINDROME DELL’INTESTINO IRRITABILE

DIETA PER LA SINDROME DELL’INTESTINO IRRITABILE

La sindrome dell’intestino irritabile (SII) è un disturbo delle funzioni intestinali che si presenta con sintomi eterogenei, le cui caratteristiche variano sia di frequenza che di intensità. Per diagnosticare questa patologia vengono, al giorno d’oggi, impiegati i criteri definiti di ROMAIII secondo i quali, per essere affetto da SII, il paziente deve avere dolore addominale ricorrente per almeno tre giorni in associazione con due o più dei seguenti sintomi:

  • miglioramento con l’evacuazione
  • inizio associato con una modificazione della frequenza delle evacuazioni
  • Inizio associato con una modificazione dell’aspetto delle feci

Inoltre i criteri di ROMA possono suddividere i pazienti affetti in quattro categorie diverse, ovvero SII con stipsi, SII con diarrea, SII mista e SII non specificata.

E’ una malattia che insorge solitamente tra i 20 e i 50 anni con una prevalenza maggiore nelle donne che negli uomini. La strategia principale per alleviare i sintomi è quella di seguire un preciso regime alimentare, a basso contenuto di FODMAPs

COSA SONO I FODMAPs

I FODMAPs  ovvero i “ fermentable oligo-, di-, mono-saccharides and polyols” sono forme di carboidrati presenti in diversi alimenti che, in persone predisposte, possono creare questo tipo di disturbi gastrointestinali. In particolare questi zuccheri sono:

  • LATTOSIO: presente nel latte e in tutti i suoi derivati
  • FRUTTOSIO: presente in alte concentrazioni in alcuni tipi di frutta (mele, pere, pesche, anguria,mango) e nei dolcificanti
  • OLIGOSACCARIDI (FRUTTANI E GALATTANI): presente carciofi, asparagi, barbabietole, broccoli, cavoli, finocchio, aglio,cipolle, piselli, scalogno, frumento, segale, ceci, lenticchie, fagioli, fave, anguria e cachi.
  •  POLIOLI: presenti in mele, albicocche, ciliegie, pere, pesche, susine, anguria, avocado, funghi, cavolfiori, piselli e dolcificanti.

Questi carboidrati non vengono assorbiti in maniera ottimale provocando quindi flatulenza, meteorismo, dolori addominali e diarrea.

DIETA LOW FODMAPs

La dieta a basso contenuto di FODMAPs aiuta a ridurre la frequenza e l’entità dei sintomi e a migliorare lo stato di benessere del paziente. Questa dieta si basa sull’eliminazione di questi carboidrati, o al limite ridurli drasticamente, in modo contemporaneo e si suddivide in due fasi:

  • la prima fase dura 15 giorni e consistete nell’eliminare tutti i FODMAPs dalla dieta
  • la seconda fase invece, chiamata Challange test, dura un mese e mezzo nel quale vengono reintrodotti gradualmente tutti gli alimenti in modo mirato e controllato. E’ necessario reintrodurre un alimento alla volta per verificare se ricompaiono i sintomi della SII. Se l’alimento porta nuovamente alla ricomparsa dei sintomi, è necessario toglierlo in modo definitivo dalla dieta.

Gli studi condotti hanno evidenziato che il 75% dei pazienti che si sono sottoposti a questa dieta hanno avuto un sensibile miglioramento della loro condizione.E’ bene ricordare che prima di iniziare di propria iniziativa questo regime alimentare è fondamentale farsi diagnosticare da un medico specializzato la sindrome, in modo da essere sicuri che i sintomi non siamo dovuti ad altre patologie, e poi affidarsi alle mani esperte di un nutrizionista.