Dieta Chetogenica in Neurologia
Abbiamo già parlato in diversi articoli di diet chetogenica e del suo meccanismo di azione sul corpo.
In natura, i corpi chetonici rappresentano una fonte di energia alternativa per l’uomo attraverso il catabolismo delle riserve lipidiche durante il digiuno prolungato, la restrizione calorica e l’assunzione di diete a basso contenuto di carboidrati come la KD. Diversi meccanismi potrebbero spiegare il signifi cativo effetto benefico della chetogenesi osservato nell’emicrania, la maggior parte dei quali sono stati a lungo ipotizzati come fondamento dell’effi cacia clinica della KD in un’altra malattia ricorrente, l’epilessia refrattaria ai farmaci. La ricerca suggerisce che i corpi chetonici svolgano anche un ruolo nei meccanismi biologici coinvolti nella fi siopatologia dell’emicrania. Nei modelli animali, i corpi chetonici mostrano effetti sull’eccitabilità cerebrale rallentando la diffusione corticale della propagazione della depressione e modulano l’eccitabilità corticale infl uenzando la dinamica dei principali neurotrasmettitori cerebrali inibitori ed eccitatori nel cervello. I corpi chetonici attenuano l’infi ammazione e i fenomeni neuroinfi ammatori e proteggono dallo stress ossidativo i neuroni, aumentando l’ossidazione del NADH e diminuendo la produzione di radicali liberi nei mitocondri.
In questi ultimi anni la ricerca ha incrementato lo studio della efficacia terapeutica della chetogenesi in un certo numero di disordini neurologici come l’epilessia, l’emicrania, i traumi cerebrali, la malattia di Alzheimer, il Parkinson, i disturbi del sonno, i cancri cerebrali, l’autismo, il dolore, la sclerosi laterale amiotrofica. Questo è un risultato della crescente evidenza sperimentale sulle vaste proprietà neuro protettive della chetogenesi derivante da una dieta chetogenica, e sui legami di natura meccanicistica alle vie chiave di segnale cellulare e ai processi bioenergetici fondamentali, con particolare riferimento ai mitocondri.
In anni recenti, il campo del neuro-metabolismo è stato di gran lunga allargato dall’interesse sui trattamenti dietetici come la KD, e dal riconoscimento che la de-regolazione bioenergetica possa essere un fattore fi siopatologico critico per le malattie del sistema nervoso centrale. Infatti, l’apprezzamento del concetto di insufficienza energetica, principalmente da parte della disfunzione mitocondriale, è sempre più valutato, come meccanismo chiave che determina la morte neuronale osservata in malattie neurodegenerative. Il fatto che la dieta e la nutrizione possano influenzare la funzionalità cerebrale non deve essere del tutto sorprendente ed esistono molti dati clinici e di laboratorio che collegano i disordini del metabolismo energetico a una varietà di disordini clinici.
Fondamentalmente, qualsiasi malattia la cui patogenesi sia infl uenzata da difetti nell’utilizzo dell’energia cellulare, e questo potrebbe applicarsi a quasi tutte le condizioni mediche note, potrebbe potenzialmente essere suscettibile a trattamenti che ripristino il metabolismo normale. Un filo conduttore comune di tali terapie basate su di una dieta per le malattie cerebrali è che i substrati metabolici e i nutrienti possono svolgere dei forti effetti sulla plasticità neuronale, modifi cando i circuiti neuronali e le caratteristiche cellulari al fi ne di migliorare e normalizzare la funzionalità.
Il potenziale terapeutico delle terapie dietetiche nei disordini neurologici resta quasi illimitato quando visto dalla prospettiva di recuperare la disfunzione bioenergetica dei neuroni.