ALLA SCOPERTA DEI PREBIOTICI E DEI PROBIOTICI
Sentiamo spesso parlare sia in televisione, che sui giornale di Prebiotici e Probiotici, e dalla loro azione benefica sull’intestino. Ma sappiamo realmente cosa sono? Da un punto di vista etimologico PROBIOTICO significa “a favore della vita”. Il termine PREBIOTICO invece fu introdotto, nel 1995, da Gibson e Roberdorf: “componenti alimentari non digeribili che benficiano l’ospite stimolando selettivamente la crescita di un limitato numero di batteri nel colon e, di conseguenza, migliorando la salute dell’ospite”. Andiamo a capire cosa sono e che effetti hanno sul nostro tratto gastro-intestinale.
I PROBIOTICI
Sono microrganismi che si dimostrano in grado, quando vengono ingeriti, di esercitare azioni benefiche per l’uomo. Nel 1988 Guamer e Shaafsema hanno proposto la seguente definizione: “ il probiotico è un supplemento dietetico a base di microbi vivi che, quando assunto in quantità adeguate, conferisce un effetto benefico all’organismo ospite, migliorando l’equilibrio microbico intestinale”. I più importanti probiotici sono i lactobacilli ed i bifidobatteri e, per essere considerati tali, i microrganismi devono soddisfare i seguenti requisiti:
- essere di provenienza intestinale devono quindi essere normali componenti della microflora dell’intestino umano in condizioni di salute;
- essere attivi e vitali alle condizioni ambientali che sono presenti a livello intestinale.
- essere assolutamente sicuri per l’impiego nell’uomo senza causare effetti collaterali specialmente in pazienti debilitati o immunocompromessi;
- essere resistenti ad un basso pH, al succo gastrico, alla bile ed al succo pancreatico;
- essere in grado di persistere, almeno temporaneamente, nell’intestino umano
- saper sintetizzare sostanze ad azione antimicrobica. La possibilità di sintetizzare sostanze ad azione antibatterica come batteriocine, acido lattico e perossido di idrogeno, conferisce ad alcuni microrganismi una vera e propria attività antimicrobica diretta.
• stimolare la risposta del sistema immunitario intestinale per proteggere, in maniera indiretta, l’ospite dall’insediamento e/o dal raggiungimento di livelli numerici pericolosi da parte dei germi patogeni presenti nell’intestino. E’ stato dimostrato che alcuni batteri sono in grado di aumentare il titolo di IgA, di aumentare l’attività macrofagica, aumentare il numero di cellule killer, interferone e interleuchine. - Migliorare e stabilizzare la funzione di barriera intestinale (ad es. costituzione di un biofilm protettivo, diminuzione della permeabilità intestinale, ecc.)
Benché si ritenga che i fermenti lattici svolgano un’azione anti-diarroica, questo tipo di attività non è stato ancora dimostrato in modo tale da suscitare un generale consenso nel mondo scientifico. Alcuni studi, condotti in vitro, sembrano dimostrare l’attività di alcuni ceppi di batteri lattici nel ridurre l’azione dei batteri patogeni. Questa azione sembra dovuta all ’attività antibatterica delle batteriocine, la cui produzione è ormai un fatto accertato da parte dei Lactobacilli ed anche da parte dei Bifidobatteri. Se l’attività terapeutica dei latti fermentati non è stata ancora chiaramente dimostrata, l’azione preventiva e quella che consente un più veloce recupero dell’infezione gastrointestinale, sembrano oramai avere solide evidenze scientifiche. Sembra che l’azione sia riconducibile ad una stimolazione del sistema immunitario della mucosa. In termini generali l’impiego di probiotici durante un episodio diarroico determina un accorciamento della durata della sintomatologia variabile da uno a tre giorni. Gli effetti clinici sono accompagnati da una aumentata produzione di IgA secretorie. Si è visto, inoltre, che un consumo regolare di probiotici per un periodo continuativo (almeno alcune settimane) riduce significativamente l’incidenza di episodi di diarrea acuta nei bambini che assumevano supplementi di probiotici nelle formule di prodotti alimentari. Inoltre i probiotici sono, da sempre, considerati prodotti innocui.
I PREBIOTICI
I prebiotici invece, hanno il compito di incrementare la produzione di lactobacilli e bifidobatteri. Per essere efficaci, però, i prebiotici devono sfuggire alla digestione nella prima parte dell’intestino da parte degli enzimi prodotti dal pancreas e dalla mucosa intestinale e raggiungere il colon per essere utilizzati selettivamente da un ristretto numero di partecipanti. Le sole molecole conosciute in grado di agire come prebiotici sono i carboidrati non digeribili nel tratto intestinale superiore ovvero:
- fibre e polisaccaridi non amidacei;
- una parte dell’amido che non viene digerito nel tenue (il cosiddetto “amido resistente”);
- una parte di disaccaridi che possono essere digeriti in modo incompleto nel tenue dei lattanti;
- oligosaccaridi, polisaccaridi e carboidrati complessi (agenti addensanti).
In Europa e negli USA i prebiotici utilizzati sono i fruttooligosaccaridi (inulina e fruttooligosaccaridi derivati: FOS) ed i gallatooligosaccardi (GOS), sintetizzati dal lattosio o dal saccarosio attraverso metodi enzimatici